Come si spostano i grandi squali bianchi a Shark Alley?

Michelle Wcisel è un zoologo specializzato nel comportamento ‪predatore‬ / ‪‎preda‬. Questa giovane biologa americana ha trascorso gli ultimi 4 anni a studiare il ‪comportamento‬ dei grandi squali bianchi ‎e le otarie‬ del Capo a Geyser Rock, ‘‪SharkAlley‬’.

L’interessante studio è avvenuto grazie a Dyer Island Conservation Trust e la compagnia Marine Dynamics vicino a Gansbaai, in ‪‎Sud Africa‬ con la sponsorizzazione di Volkswagen South Africa – Think Blue.

Il movimento degli animali è spesso influenzato da barriere naturali e quello degli squali bianchi è particolarmente interessante. L’area di studio scelta da Michelle è stata Shark Alley – un canale largo circa 250 metri d’acqua tra Dyer Island e Geyser Rock in Sud Africa, famoso nel nostro pianeta per essere il luogo dove i ‪‎gli squali più temuti dall’uomo saltano fuori dall’acqua per predare le foche.

Questa esile ma tenace ragazza americana, ha speso centinaia di ore in mare, imparando a pilotare un gommone super attrezzato per la ricerca e a navigare nelle acque agitate di una zona famosa per essere chiamata “the Cape of storms”, il Capo delle tempeste. Numerose sono state le alzatacce all’alba e le notti fredde e umide passate al chiaro di luna utili e necessarie per esaminare come gli squali si muovessero attorno alle colonie di foche, confrontando i risultati con quelli raccolti a 300 km a est di Mossel Bay e trovando differenti comportamenti predatoriali che hanno fatto scoprire molto di più riguardo a queste temute ed incomprese creature.

Lo studio è stato pubblicato in diverse riviste scientifiche – l’articolo originale dal quale sono state estratte alcune informazioni qui riportate è leggibile all’ indirizzo “Great white shark movements at Geyser Rock http://www.southernfriedscience.com/?p=17522 – ed è stata creata anche una divertente info-grafica che spiega in maniera molto semplice l’operato di Michelle.

How Great White Sharks used their habitat.

How Great White Sharks used their habitat. Info-grafica by Edna

Inoltre potrete capire meglio lo studio effettuato con il suo team di ricerca attraverso la visione di questi video:

Michelle Wcisel, The spatiotemporal patterns of white shark predations at Geyser Rock

How to Track a Great White Shark and Why | Dyer Island Conservation Trust

“In the game of predator vs prey – you either win or you die” | Michelle Wcisel DICT

Potete seguire gli studi di Michelle e leggere altri articoli su di lei cliccando a questi link:

http://www.southernfriedscience.com/?author=24 –

http://open.uct.ac.za/handle/11427/6627

http://sharkwatchsa.com/projects/great-white-habitat/

http://www.earthtouchnews.com/oceans/sharks/graphic-content-warning-six-seals-found-in-one-shark-stomach

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0066035

Su Twitter https://twitter.com/ExpatScientist

 

Articolo redatto da Francesca N. Manca per Missione Blu Blog in collaborazione con Marine Dynamics Sharks Tours www.SharkWatchSa.com e Dyer Island Conservation Trust  http://www.dict.org.za

Foto crediti: Foto copertina & Info-grafica by ©eDNA ALL RIGHTS RESERVED

 

 

Georgina, 100 anni e il suo speciale incontro con lo squalo bianco!

Georgina Harwood, 100 anni e piena di ‪#‎Vita‬!

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Georgina Harwood con Dickie Chivell, membro d’equipaggio che l’ha assistita in gabbia durante la sua immersione. Foto di Kelly Barker per Marine Dynamics.

Non ha mostrato alcuna paura Georgina nell’immergersi dentro una gabbia d’acciaio nelle fredde acque sudafricane di Gansbaai, la capitale mondiale del grande squalo bianco. Assistita dal personale altamente qualificato di Marine Dynamics, una compagnia utrapremiata per essere impegnata in diversi programmi e progetti di eco-turismo sostenibile in Sud Africa, si è imbarcata a bordo della barca  “Slashfin” per raggiungere la località che ogni giorno migliaia di turisti visitano per incontrare la specie più temuta di squalo al mondo.

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Georgina dentro la gabbia che permette ai turisti di osservare il temuto grande squalo bianco in tutta sicurezza. Foto di Kelly Barker per Marine Dynamics.

Certo la sua agilità non era quella di una ragazzina, ma la sua emozione ed entusiasmo sono stati contagiosi ed ammirevoli. La notizia ha infatti fatto il giro del mondo in poche ore e la sua testimonianza ha voluto mostrare quanto queste temute creature siano da capire, proteggere e salvaguardare.

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Georgina con alcuni membri d’equipaggio a bordo della barca di Marine Dynamics.

Questa frizzante centenaria si è recentemente paracadutata in tandem a Città del Capo per raccogliere fondi per il National Institute Sea Rescue (http://www.nsri.org.za).

Marine Dynamics, a seguito della sua visita, ha donato all’istituto NISR 5000 rand africani.

Meravigliosa vecchina! Guardate il video!Georgina con il #GrandeSqualoBianco in ‪#‎SudAfrica‬

Testo di Francesca N. Manca con Marine Dynamics – www. SharkWatchSa.com  per Missione Blu Blog

Foto ©Kelly Barker per Marine Dynamics http://www.SharkWatchSa.com

Storia di “Filo da Pesca”.

OPERAZIONE SALVATAGGIO DI UN GRANDE SQUALO BIANCO

Quella che vi stiamo per raccontare è una storia poco conosciuta e con un lieto fine straordinario.

 Febbraio 2013.  Ci troviamo a Gansbaai, in Sud Africa, considerata la capitale mondiale del grande squalo bianco. Una giovane esemplare di femmina di 3 m circa di grande squalo bianco viene avvistata da alcuni operatori di “cage diving” (attività di osservazione squali dalla gabbia) al largo di Kleinbaai. L’animale ha attorcigliato al suo corpo un filo da pesca che gli sta procurando un taglio profondo e che potrebbe lentamente ucciderlo.

Stiamo parlando di una creatura importante per l’equilibrio e la salute degli oceani, capace di sopravvivere da 400 milioni di anni nel nostro pianeta e che ora versa in grosse difficoltà per cause umane. Questo squalo è una creatura solitamente incompresa, temuta e spesso demonizzata a causa dei suoi sporadici ed accidentali attacchi all’uomo. In realtà non è altro che un animale possente capace di sprigionare fascino, energia magnetica e allo stesso tempo contrastanti opinioni a causa di diseducativi cliché perpetrati dai media e da films  come “Lo Squalo” di Spielberg che lo hanno reso “famoso” in tutto il pianeta.

E’ noto che il grande squalo bianco è una specie protetta in Sud Africa, studiato e “amato” in questo villaggio attrezzato per accogliere turisti, volontari, studenti ed esperti scienziati da tutto il pianeta. Spesso viene riconosciuto, catalogato e “chiamato” per nome grazie al riconoscimento della sua pinna dorsale [ per vedere come viene monitorato e studiato uno squalo bianco vi consiglio di guardare il seguente video https://www.youtube.com/watch?v=]

Ma perché questo esemplare versava in queste condizioni?

 

Foto ©Hennie Otto - Marine Dynamics

L’esemplare di grande squalo bianco con il filo attorcigliato e la evidente ferita.                                                                                      Foto ©Hennie Otto

 

Nonostante in Sud Africa, questa specie sia una razza protetta, i bianchi e altri squali possono incorrere in diversi “attentati” perpetrati dalla razza umana tra cui quelli di pescatori senza scrupoli che tentano di catturarli per il commercio della loro carne, per il valore delle loro pinne (dal quale si ricava la famosa zuppa di cui il mercato orientale è ghiotto), per i loro denti e per le loro mascelle da rivendere poi al mercato nero come souvenir per i turisti.

Wilfred Chivell, è un noto attivista, proprietario di Marine Dynamics e fondatore di Dyer Island Conservation Trust a Kleinbaai, ed è conosciuto per la sua tempra e attivismo continuo per la salvaguardia di questi animali. Egli, contattando il Dipartimento di Oceani e coste, ottiene in 48 ore il permesso del governo per imbastire “l’operazione salvataggio”, il tutto coadiuvato da un team di ricercatori in collaborazione con il “Two Ocean Aquarium” di Cape Town.

La creatura era stata avvistata da alcuni operatori già nel mese di gennaio, ma il cattivo tempo aveva impedito al team di agire tempestivamente, inoltre si temeva di non trovarlo più poiché la maggior parte degli squali bianchi trascorrono solo alcune settimane alla volta nella stessa area. I timori che lo squalo avesse lasciato la baia prima che la squadra potesse agire crescevano di giorno in giorno.

Ma ecco che il 5 febbraio 2013, “Filo da Pesca” riappare.

La ferita causata dal filo era più profonda e il team sapeva che quella poteva essere l’ultima possibilità per aiutarlo. L’equipaggio aveva pronto in barca un gancio speciale studiato appositamente per poterlo liberare  e che ha permesso in pochi minuti il taglio del filo sul corpo dell’animale. La femmina è stata  infatti “avvicinata” e sapientemente guidata verso il lato della barca da Pieter du Toit  per poi essere liberata con l’aiuto del resto dell’equipaggio. Grande eccitazione ed entusiasmo vedere un’esemplare del genere riprendere il largo nel suo ambiente naturale.

Giugno 2013: filo da pesca si fa rivedere nelle acque della riserva marina di Dyer Island, quasi a voler mostrare gratitudine all’equipaggio. La sua ferita è completamente rimarginata. Quel giorno i turisti a bordo di Slashfin, la barca usata per l’attività di cage diving ( immersioni in gabbie sicure e attrezzate per l’osservazione ravvicinata dei grandi bianchi) sono stati fortunati testimoni di un ottimo esempio di conservazione grazie ad un team di persone straordinarie legate da una grande passione. Non è un caso se il loro motto è : “Discover to protect”.

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L’esemplare di grande squalo bianco avvistato nel febbraio 2013 e a giugno 2013                                               Foto ©Nicola Stelluto – ©Hennie Otto

Ecco il video del salvataggio.

Marine Dynamics e Dyer Island Conservation Trust: offrono no solo tours guidati per l’osservazione di queste creature ma sono impegnate in attività di ricerca in corso, istruzione, e progetti di conservazione all’interno della comunità locale di Gansbaai. http://www.sharkwatchsa.com/en/saving-the-ocean/our-conservation-efforts/– www.sharkwatchsa.com / www.dict.org.za

Il presente articolo è redatto, riadattato da Francesca N. Manca per il pubblico italiano ed è tratto dall’articolo originale del blog di Dyer Island Conservation Trust >http://www.dict.org.za/blogs/2013/02/great-white-shark-freed-from-deadly-fishing-line/

Photo credits ©Nicola Stelluto – ©Hennie Otto – Marine Dynamics Tours www.SharkWatchSa.com – ALL RIGHTS RESERVED

Foto copertina ©Francesca N. Manca con Marine Dynamics Tours  www.SharkWatchSa.com – ALL RIGHTS RESERVED

Sulle Orme del Grande Squalo Bianco!

” Il 2014 ha segnato l’undicesimo anno del Dr. Primo Micarelli per tornare a Kleinbaai in Sud Africa e per continuare i suoi studi sul comportamento e la biologia dei grandi squali bianchi.

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Il Dr. Micarelli è il Coordinatore e Responsabile Scientifico della spedizione studio italiana denominata “Sulle Orme del Grande Squalo Bianco” del “Centro Studi Squali”,  un gruppo di ricerca situato a Massa Marittima, in Toscana, Italia .

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Per leggere l’intero articolo dedicato a questo meraviglioso team andate direttamente sul blog di Dyer Island Conservation Trust  cliccando a questo link > http://www.dict.org.za/blogs/2014/05/sulle-tracce-del-grande-squalo-bianco/

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La balena volante!

La balenottera comune (Balaenoptera physalus – http://it.wikipedia.org/wiki/Balaenoptera_physalus) è il secondo animale più grande del pianeta per dimensioni, dopo la balenottera azzurra. Si sa che può raggiungere e superare i 26 m (anche se la lunghezza media è molto inferiore) può e pesare fino a 70 tonnellate. E’ raro fotografarle…. soprattutto vederle saltare fuori dall’acqua!

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Questa spettacolare immagine è stata catturata il 22 maggio nello Stretto di Gibilterra da un ricercatore di un il gruppo spagnolo di conservazione dei cetacei, CIRCE (Cetáceos Conservación, Información y Estudio sorbe) – (http://www.circe.info)

CIRCE ha pubblicato l’immagine e un video di YouTube nella sua pagina di Facebook la scorsa settimana. Il filmato mostra due dei tre #breach – salti fuori dall’acqua. (consiglio di dare un’occhiata ai diversi comportamenti dei cetacei a questo indirizzo> http://en.wikipedia.org/wiki/Whale_surfacing_behaviour)

Non è chiaro perché le balene saltino. I “breach” potrebbero rappresentare una forma di comunicazione e alcuni scienziati teorizzano che le balene grigie, ma anche altri tipi di balene, lo facciano nel tentativo di scuotere i cirripedi (http://it.wikipedia.org/wiki/Cirripedia) “gratuitamente” dalla loro pelle.

Breach di una balena australe in Sud Africa.

Breach di una balena franca australe (eubalaena australis )in Sud Africa.                                               Foto ©Francesca N. Manca con Dyer Island Cruises – http://www.WhaleWatchSa.com

Ma balenottere, come le balene blu, di solito non si lanciano fuori dalla superficie.

“E ‘ un comportamento molto raro”, ha detto Alisa Schulman – Janiger , un ricercatore americano della Cetacean Society. “E ‘ raramente osservato e ancor più raramente catturato dalla macchina fotografica.”

Negli scorsi, queste specie, sono state avvistate alimentarsi nelle acque vicino alla riva al largo della California meridionale. In 31 anni di vita del progetto, i volontari hanno visto solo una manciata di “breach” di balenottera… ma il mese scorso una o forse due balenottere hanno mostrato i loro salti per oltre 20 volte!.

La balenottera comune si nutre prevalentemente di un gambero come il krill (http://it.wikipedia.org/wiki/Euphausiacea). Si trovano in tutto il mondo, ma sono considerati una specie in via di estinzione, i numeri parlano di circa 40.000 esemplari nell’emisfero settentrionale, e 15.000 a 20.000 nel sud del mondo .

La foto stupefacente dell’esemplare nello Stretto di Gibilterra ha ispirato molti commenti sulla pagina di Facebook CIRCE (Conservación, Información y Estudio sobre cetáceos), per lo più in spagnolo, ma anche qualche commento in lingua inglese, come “Immaginate il tonfo ! “..

Tanti hanno anche pensato che potrebbe essere un’immagine photoshoppata, ma a quanto pare il supporto dei filmati pervenutici hanno ufficialmente reso reale questo spettacolo della natura. Buona visione!

Francesca N. Manca per MissioneBluWordPress & MissioneBluFacebook
Fonte delle notizie tratte dall’articolo originale di Pete Thomas, via GrindTv Outdoor > http://www.petethomasoutdoors.com/2014/05/fin-whale-makes-like-a-missile-rare-breach-awes-spectators.html[/embed]

IL GRANDE INCOMPRESO

Il potere della comunicazione dietro un immagine poco rassicurante. 

Quando vediamo immagini a “tutto denti”di animali feroci l’effetto immediato è uno solo: paura. Ma può un’ immagine terrificante spingere ad andare oltre  la paura stessa? E’ quello che mi sono domandata dopo aver vissuto diversi mesi in luogo chiamato  Gansbaai a “contatto ravvicinato” con quelle creature che vengono considerate erroneamente delle “macchine assassine”.

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Foto panoramica del porto turistico di Gansbaai, Kleinbaai, scattata a bordo del cesna di African Wings. ©Francesca N. Manca

Uno esemplare di grande squalo bianco salta fuori dall’acqua ( il salto è chiamato “breach” ) durante una predazione naturale di un’otaria del capo.

Gansbaai, è un piccolo villaggio di  pescatori, conosciuta come la capitale turistica mondiale del grande squalo bianco ed è un luogo carico di energia capace di attrarre migliaia di persone ogni anno. Gli abitanti di questi luoghi hanno capito e sviluppato le potenzialità del territorio concentrandosi sull’accoglienza turistica e le  diverse attività correlate per osservare in mare i “marine big five “,  le creature che siamo abituati a vedere normalmente nei documentari o nei film alla tv.  Gyser Rock, piccola isola rocciosa, è la casa di circa sessanta mila otarie del capo, Dyer Island quella di migliaia di pinguini africani da salvaguardare, Shark Alley è il canale dove transitano grossi esemplari di grandi squali bianchi in inverno, Pearly Beach, De Kelderes e Walker Bay sono le zone scelte dalle  balene australi per giocare, accoppiarsi ed allattare i loro piccoli. Dall’alba al tramonto, nel piccolo porticciolo di Kleinbaai,  centinaia di persone partono a bordo di barche alla volta di Shark Alley per provare l’emozione dello “shark cage diving”, l’osservazione/immersione dalla gabbia per osservare il famigerato “Carcharodon carcharias“, il protagonista del film Jaws di di Steven Spielberg.

La barca Slashfin utilizzata per l'attività di osservazioni squali bianchi

La barca Slashfin utilizzata per l’attività di osservazioni squali bianchi. Foto©Francesca N. Manca per Marine Dynamics.

Matilda, volontaria svedese, prende nota degli avvistamenti delle balene australi per studiare i loro spostamenti. [Foto ©Francesca N. Manca per Dyer Island Cruises http://www.WhaleWatchSa.com]

Come dentro un film si ha la possibilità unica di assistere ad uno show-real  adrenalinico-didattico, fotografare, filmare e così conoscere e  studiare i comportamenti predatoriali di un animale sopravvissuto da migliaia di anni. Con la crescita esponenziale del turismo e la nascita di tante attività collegate sono sorti anche progetti di volontariato che permettono a studenti e ad appassionati provenienti da diversi stati del pianeta di soggiornare per settimane in strutture accoglienti ed attrezzate e poter così studiare e vedere da vicino creature come i grandi squali bianchi, le balene australi e i pinguini del capo. L’ INTERNATIONAL MARINE VOLUNTEERS  è un centro attrezzatissimo con personale addestrato all’accoglienza e al coinvolgimento diretto dei ragazzi in diverse attività inerenti la conservazione e tutela del territorio. Aderendo al programma, i volontari hanno infatti  la possibilità di stare a stretto contatto con i locali e i biologi esperti  residenti, assoldandosi differenti compiti  come quelli dell’accoglienza, assistenza dei turisti a bordo delle barche usate per l’osservazione ed il coinvolgimento diretto in progetti di studio e monitoraggio riguardanti gli squali.

Le attività svolte sono moltissime e non mancano le giornate in cui  i volontari sono impegnati nella  pulizie delle spiagge,  l’installazione e la manutenzione di apposite casette ideate per favorire la nidificazione dei pinguini in difficoltà e la sistemazione / manutenzione e svuotamento degli apposti contenitori installati lungo la costa per la raccolta dei fili da pesca.  Inoltre settimanalmente si ha la possibilità di assistere a lezioni di biologia marina e di conservazione con gli esperti internazionali,  ospiti annualmente del centro, e di vistare i luoghi mozzafiato attorno all’area con gli “interns”, gli interni residenti che si specializzano come tutori/ guide grazie al supporto di Dyer Island Conservation Trust. Nel programma spicca in primis l’importanza della COMUNICAZIONE ed il POTERE DELLA TESTIMONIANZA, valori importanti che questi ragazzi imparano dopo pochi giorni dal loro arrivo ritrovandosi ad essere dei DIVULGATORI entusiasti, appassionati e contagiosi una volta tornati a casa. E’ da qui, che dopo diversi mesi spesi in mare, a contatto con ragazzi provenienti da tutto il mondo, nasce un progetto divulgativo, incentrato su una nuova comunicazione visiva che ho curato personalmente grazie a Marine Dynamics Tours ed ai diversi scatti fotografici effettuati durante le mie uscite in mare. Lo scopo è quello di  sfruttare le immagini per parlare correttamente di CONSERVAZIONE, PROTEZIONE ed EDUCAZIONE e far abbandonare  l’idea errata nei riguardi di queste creature, si potenzialmente pericolose, ma pur sempre creature degne di rispetto e protezione. A volte un inquietante immagine può nascondere un potente messaggio inaspettato. Mostrando infatti ciò che la gente di solito vuole guardare e lavorando sulla loro attenzione e curiosità, è possibile aumentare la conoscenza ed in seguito la giusta protezione riguardo ad un animale considerato, erroneamente, pericoloso per l’uomo e quindi da UCCIDERE.

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L’imagine originale dal quale è stata creata la locandina. ©Francesca N. Manca con Marine Dynamics http://www.SharkWatchSa.com

Un immagine “impattante ed attraente”  si trasforma in una sorta di calamita che incuriosendo l’osservatore lo spinge a sapere di più. Ricordate la frase del Piccolo Principe?

” Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. “

Per coloro che amano e che guardano queste creature con gli occhi della “passione” rendere visibile e proteggere creature potenzialmente pericolose è spontaneo, ma lo è meno per chi invece ha quel timore atavico e talvolta incontrollato . Quindi perché non partire da un’immagine per andare più a fondo?

Grazie all’aiuto di due volontari aderenti al progetto è stato possibile creare delle locandine tradotte in altre lingue  per raggiungere più visibilità anche in altri stati.  Anton Desmazeau,  affezionato volontario che da anni ritorna a Gansbaai, ha curato la traduzione in francese e Arne Verne quella in norvegese. 

Non essere impressionato .. Egli è spesso incompreso!.

Don’t be in awe… He is often misunderstood!

Ne soyez pas impressionné .. Il est souvent uncompris!.

Ikke bli imponert .. Han blir ofte misforstått!.

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La locandina in versione multilingua usata per il progetto MISUNDERSTOOD

” Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. “

come ha detto il Piccolo Principe. Quindi rendete visibile e proteggete ciò che senza il vostro aiuto potrebbe forse non essere mai più visto in futuro.

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Se desideri osservare i grandi squali bianchi in tutta sicurezza all’interno di una gabbia, assistito da personale esperto durante una vacanza in Sud Africa visita le pagine di MARINE DYNAMICS TOURS  www.SharkWatchSa.com. Se vuoi osservare da vicino le balene australi, visibili da giugno a dicembre visita la pagina di DYER ISLAND CRUISES http://www.WhaleWatchSa.com.

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Per saperne di più riguardo al INTERNATIONAL MARINE VOLUNTEERS ed ottenere ulteriori informazioni clicca > http://www.marinevolunteers.com  – Per prendere parte al progetto di volontariato puoi scrivere a  volunteers@sharkwatchsa.com. Per una testimonianza e consigli in lingua italiana dell’esperienza diretta  da me vissuta puoi scrivermi  a questo indirizzo mail  francesca.southafrica@gmail.com con soggetto  INFO INTERNATIONAL MARINE VOLUNTEERS

Francesca N. Manca per MissioneBluWordress

Tutte le immagini sono protette da ©copyright Francesca N. Manca con Marine Dynamics Tours e Dyer Island Cruises

 

Nuda tra gli squali.. per salvarli!

Missione Blu ha molto a cuore la salute e la difesa degli squali del pianeta e oggi vi presenta una donna che si impegna costantemente per la loro salvaguardia in Sud Africa e non solo.

Lesley Rochat subacquea, fotografa, giornalista, attivista, oratrice, ma più conosciuta come la Shark Warrior “Squalo Guerriera, si è spogliata per nuotare nel mare di Durban tra quelle creature ancora troppo demonizzate e condannate a morte dall’uomo.

Questa donna bellissima infatti, simulando di essere lei stessa la vittima di un grande amo, con l’aiuto di altre due donne (una la conoscete già, è Raffaella Schlegel, subacquea e fotografa italiana) si immerge tra squali “danzanti” ed inscena il tutto senza tralasciare anche momenti esilaranti e un po’ pericolosi ..non certo per gli squali!.

Nel video che alleghiamo potete vedere alcune immagini da dietro le quinte del lavoro di preparazione.

Ma cosa c’è veramente dietro tutto questo? Con questo breve filmato Lesley invia al pubblico un potente messaggio:

” GET HOOKED ON CONSERVATION, BAN DRUMLINES  – Fatti agganciare nella conservazione e banna le drumlines*

L’unico e mirato scopo è quello di lanciare la campagna di sensibilizzazione contro l’abbattimento di squali  in Sud Africa ed in Australia che avviene per mezzo di reti antisqualo  e “drumlines”, le famigerate batterie di boe a cui sono fissate  grossi ami con esche.

Se si desidera essere parte attiva si può aderire alla campagna firmando la PETIZIONE che trovate a questo link > 

https://secure.avaaz.org/en/petition/KwaZuluNatal_Sharks_Board_Ban_Drumlines_Shark_Nets_in_South_Africa/?cjYRdcbhttp://

Per saperne di più, vi suggeriamo di visitare il blog di Lesley Rochat  e la sua pagina Facebook :

http://www.lesleyrochat.com: 

– https://www.nosharkcull.org

– https://sharkwarrior.com

FRANCESCA N. MANCA PER MISSIONE BLU WORD PRESS

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La balena artica che migra al sud.

La balena della Groenlandia, nota anche come balena franca della Groenlandia, balena artica, è una balena appartenente alla famiglia delle balene franche, i Balenidi. La “bowhead” è chiamata così per la sua bocca a forma di arco ed è di colore nero con una macchia biancastra sul mento, interrotta da una ‘collana’ di macchie nere. A questa balena manca la pinna dorsale e di solito è visibile dalla superficie dell’acqua grazie alle sue protuberanze che partono dalla testa per arrivare a metà schiena Le femmine sono più grandi dei maschi, ma per il resto i due sessi sono generalmente di aspetto simile. Si pensa ce ne siano rimaste non più di 17.000. E’ stata per millenni un bersaglio facile grazie alla sua andatura lenta e pacifica per i cacciatori indigeni, tuttora autorizzati a catturare non più di 69 esemplari all’anno in base alle norme IWC, dell’Alaska , Chukotka e della Groenlandia. 1180604042

Dopo molti anni di ipotesi discordanti sul numero delle specie di Balenidi, recenti prove genetiche indicano che ne esistono quattro specie distinte. Queste specie sono state tradizionalmente suddivise in due generi.

La balena della Groenlandia viene attualmente considerata una specie individuale ed è stata classificata in un genere monotipico fin dagli studi di Gray nel 1821. Le tre specie rimanenti vengono classificate insieme in un genere separato. A supporto di questa suddivisione in due generi vi sono, però, poche differenze genetiche. Infatti, gli scienziati individuano maggiori differenze tra le specie di Balaenoptera che tra la balena della Groenlandia e le balene franche. Tuttavia sembra probabile che tra pochi anni, dopo ulteriori ricerche, tutte e quattro le specie verranno classificate in un solo genere.

Specie

Questa meravigliosa creatura era stata avvistata l’ultima volta nel 2012 al largo della costa di Cape Cod e con grande meraviglia e stupore è stata vista nuovamente a Cape Cod Bay, ossia ancora più a sud. Non era mai stato documentato  nessun avvistamento in questa zona del nostro pianeta e tra i ricercatori e studiosi vi sono contrastanti reazioni di entusiasmo e preoccupazione allo stesso tempo. La presenza a Cape Cod della balena dalla testa ad arco, che abita normalmente l’Oceano Artico e le parti settentrionali lontano dagli oceani Atlantico e Pacifico, solleva profonde domande su come le balene si stiano adattando a un ambiente che cambia negli oceani di tutto il mondo . I ricercatori al momento non possiedono ancora informazioni sufficienti per spiegare se questo spostamento/migrazione sia collegato al cambiamento climatico . Attraverso le numerose foto aeree scattate saranno in grado di identificarle e capire se sono le stesse avvistate anni fa e se le loro abitudine stanno veramente cambiando nuovamente. ©Paul Nicklen - BowheadWhale Esiste un bellissimo documentario di quasi un’ora in inglese che spiega molto su queste creature e vi consigliamo la visione.

Bowhead Whale of the Arctic (Nature Documentary)

Per saperne di più clicca e leggi la fonte originale dell’articolo:

Cape Cod sighting of rare whale raises concerns by Sarah Schweitzer > http://www.bostonglobe.com/metro/2014/04/21/rare-whale-sighting-cape-cod-bay/sEWUplpnGwNYLLwtO2pQQJ/story.html

Altre fonti di informazioni tratte da: – http://it.wikipedia.org/wiki/Balaena_mysticetus – http://it.wikipedia.org/wiki/Balaena_mysticetus

Foto ©Paul Nicklen 

Francesca N. Manca per Missione Blu Word Press

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Il Plankton e come comincia la vita nell’oceano profondo di Tierney Thys

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Nuove tecniche di videoripresa hanno permesso ai biologi e scienziati del settore di poter studiare meglio il microscopico ecosistema degli oceani e rivelare così in tutta la loro complessità una straoridianria bellezza.

La biologa marina Tierney Thys ha ideato questo film concepito per accendere stupore e curiosità su questo mondo nascosto collaborando con Christian Sardet (CNRS / Tara Oceans), Noé Sardet e Sharif Mirshak con il progetto Plancton Chronicles. ( http://parafilms.com/portfolio/the-plankton-chronicles/)

Come comincia la vita nell’oceano profondo?

Dove calamari , meduse ed altre creature marine cominciano la vita? La storia di un riccio di mare svela una bellissima saga di fecondazione , lo sviluppo e la crescita nelle profondità dell’oceano .

Chi è Tierney Thys? > http://oceansunfish.org/t2.php

TED Lessons http://ed.ted.com/lessons/the-secret-life-of-plankton

TED Lessons http://ed.ted.com/lessons/how-life-begins-in-the-deep-ocean

Plankton Chronicles http://www.planktonchronicles.org/en – http://parafilms.com/portfolio/the-plankton-chronicles/

Francesca N. Manca per MissioneBlu WordPress